martedì 2 ottobre 2012

Ci chiameremo tutti con il cognome di mammà?

E allora ... nel " nome della madre " ... i giudici della Cassazione per intenderci quelli del " Palazzaccio ", in seguito alla approvazione nel dicembre del 2007 del trattato di Lisbona che ha ridisegnato i valori e le coordinate fondanti dell'unione europea, avevano a suo tempo sentenziato che anche l'Italia avrebbe dovuto uniformarsi ai principi comunitari, tra i quali vi è quello relativo al divieto di ogni discriminazione fondato sul sesso e soprattutto del rispetto della vita privata e familiare.
Quindi va rispettato anche il desiderio di una madre di poter dare ai propri figli il cognome materno ... per cui se i coniugi sono d'accordo avremo famiglie con in casa un Rossi e un Bianchi.... insomma è tutta colpa dei cognomi se gli equlibri familiari saltano ...
Per ottenere ciò, grazie ad un recente DPR il 54/2012 sarà sufficiente rivolgere rispettosa istanza al Prefetto di competenza territoriale.
Ben altri problemi hanno gli abitanti dell'isola di ghiaccio e di fuoco, l'Islanda, dove i cognomi non esistono, almeno non come li intendiamo noi.
Per i discendenti dei vichinghi il cognome è formato dal nome del padre o della madre e da un suffisso finale diverso per maschi e femmine; i maschi finiscono sempre con -son (figlio) e le femmine con -dóttir (figlia); quindi tanto per fare un esempio famoso la cantante Björk di chiama in realtà Björk Guðmunndsdóttir e cioè Björk figlia di Guðmund e se avesse un fratello di nome Johann questo si chiamerebbe Johann Guðmundsson.
Certo a prima vista il meccanismo può sembrare un pò anomalo e potrebbe generare confusione, tanto è vero che anni fa quando mi recai in Islanda per un reportage commissionatomi dall'Ente del Turismo Islandese mi posi il problema chiedendo alla guida che mi accompagnava se tale metodo non
ingenerasse qualche confusione nel momento in cui si dovesse fare una ricerca sull'elenco telefonico ( in Islanda a fronte di una popolazione totale di circa 280.000 unità esiste un unico elenco telefonico per l'intera nazione ) e la bellissima guida che mi accompagnava Margaret Emilsdóttir mi rispose in modo serafico " caro Giuseppe hai mai provato a cercare Mario Rossi sulla guida di Milano? "... ovviamente rimasi senza risposta...
Ma la cosa più importante degli islandesi è che questo popolo ama a tal punto le proprie tradizioni da difendere il proprio patrimonio linguistico dalle contaminazioni delle lingue straniere, per cui non succederà mai che un bambino islandese possa chiamarsi con un nome straniero.
In Italia invece ci preoccupiamo come stiamo vedendo in questi giorni del cognome da dare ai nostri figli e poi ci ritroviamo con una schiera di Morris, Mathias, Kim, Demis, Welda, Magalie ,Sydney, Jean ,Mickael ,Jake, Lovis, Devin, Laurin, Lilith, Xenia, Mailin, Kira ,Lorelay, Chantal, Suellen, Ridge,
Cameron oltre ai nomi derivanti dalle varie tribù di Apache, Comanceros e chi più ne ha ne metta... d'accordo che nell'epoca della globalizzazione per taluni non ha più senso parlare di italianità ... ma volete mettere come suona dolcemente il nome di Maria... indipendetemente dal cognome che lo segue....

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