martedì 16 agosto 2011

No al taglio dei piccoli Comuni

Nella manovra finanziaria approntata in questi giorni dal Governo una autentica mannaia è caduta su tutti quei piccoli comuni che non raggiungono i mille abitanti, circa 1970 su di un totale di poco più di 8000.
Una soluzione che porterà a risparmiare non quanto previsto, ma una cifra vicina ai 5 milioni di euro all’anno che equivale più o meno al costo di 15 parlamentari.
Vengono di fatto eliminate le indennità riconosciute a chi amministra questi piccoli comuni, non tenendo conto che buona parte degli amministratori locali rinunciano già alle loro spettanze e soprattutto che questi amministratori sono il primo anello di congiunzione tra i cittadini e le istituzioni.
Spesso e volentieri il Sindaco di un paesino di 100 o 200 anime è anche magari il postino, il piccolo imprenditore o un commerciante del paese, una persona quindi che tutti conoscono ed il Comune viene visto come una sorta di fortino dove ogni cittadino si può rivolgere per trovare risposta ai suoi piccoli o grandi problemi.
Abolire queste piccole entità locali non vuol dire contribuire al risanamento del nostro paese ma togliere ai cittadini di questi paesini l’unica certezza su cui possono contare dal punto di vista amministrativo in una Italia che sta sprofondando stritolata da un debito pubblico di 1900 miliardi di euro, e di sicuro non hanno contribuito a renderlo tale gli amministratori che oggi si vorrebbe mandare a casa per salvare guarda caso coloro che hanno fatto per anni della politica il loro mestiere.

sabato 13 agosto 2011

BERSANI io so che tu sai che io so

Ieri sera rivedendo ( in cassetta, come va di moda oggi ) il film di Alberto Sordi “ io so che tu sai che io so “ ho avuto come una visione, quella del segretario del Pd Bersani ( io ) che sa che tu ( gli italiani ) sanno e da buon politico eticamente differente non fa nulla per uscire dall’impasse in cui si trova.
Ora mi chiedo come possa essere possibile che Bersani non abbia avuto coscienza che Pronzato veniva nominato nell’Enac, che il senatore Tedesco non disponesse di quei requisiti “ eticamente differenti “ indispensabili per sedere sui banchi del Pd nel Senato della Repubblica , che il suo braccio destro Penati da sindaco della ex Stalingrado d’Italia abbia permesso a Sesto San Giovanni una cementificazione invereconda e che sempre il buon Penati da Presidente della Provincia di Milano abbia promosso l’acquisizione da parte dell’istituzione da lui presieduta del 15% della Milano-Serravalle dal privato Gavio pagando tale partecipazione societaria uno sproposito.
Forse qualcuno ricorda che il buon Bersani era all’epoca responsabile dell’economia del Pd e sempre qualcuno sussurra che in quel tempo sempre il buon Bersani abbia premuto non poco sul Penati per concludere tale operazione, del resto non si spiegherebbe altrimenti la costante ascesa a livello nazionale del buon Penati che nel 2009 divenne capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani.
E allora considerato che il film di Sordi l’ho rivisto volentieri, vedrei anche di buon occhio un bel passo indietro da chi sa che noi sappiamo, o no?

venerdì 12 agosto 2011

INDOVINA CHI PAGA LA CENA ai senatori ?

In questi momenti in cui gli italiani sono chiamati ad elargire contributi di solidarietà ed altre amenità per salvare, ammesso che sia ancora salvabile, l’Italia che affonda viene spontaneo chiedere ai parlamentari italiani di ogni schieramento politico se non provano vergogna a farsi pagare pranzo e cena dagli italiani.
Viene difficile pensare che un senatore ogni volta che usufruisca del ristorante interno al Senato della Repubblica non pensi che quanto pagherà a fine pasto sia più o meno paragonabile al costo di un pasto in una mensa aziendale, con il particolare non trascurabile che la differenza sul costo effettivo per le sue libagioni pari a circa un milione di euro all’anno la paghino gli italiani.
E sì, perché forse non tutti sanno che il Ristorante dei senatori nel suo ricco menu alla carta propone tra i piatti del giorno : il carpaccio di filetto con salsa al limone a poco più di tre euro, gli spaghetti alle alici a meno di due euro, un pesce spada alla griglia a poco più di tre euro, un dolce al carrello a poco più di 2 euro, mentre per una bevanda standard si spende meno di un euro e per pane e coperto poco più di cinquanta centesimi.
Non so perché ma il mio pensiero corre all’ indimenticabile battuta di Totò “ e io pago “ !!!

giovedì 11 agosto 2011

A proposito di teppisti ...

No … quell’orda di teppisti che ha assaltato i sobborghi di Londra non è una folla di poveretti che muoiono di fame o non sanno come fare a tirare avanti alla meno peggio, le persone povere nel mondo sono altre, vivono in Africa o in altri paesi dove veramente manca l’acqua da bere o un pezzo di pane da mangiare e l’aspettativa di vita non arriva ai quaranta anni.
Questa massa di indiavolati non sono altro che giovani cresciuti senza alcun tipo di valore morale e sociale, con le scarpe griffate e lo smartphone blackberry che hanno usato per autoinvitarsi alla festa.
Una di queste giovani , Laura Johnson, è una diciannovenne figlia di un imprenditore milionario che vive nel Kent in una villa da oltre due milioni di sterline; sulla sua macchina gli agenti hanno trovato gli attrezzi che oggi “ fanno figo “, passamontagna, bandana e guanti, ma per trovare la posta in palio per la festa a cui era stata invitata su twitter da due amici gli agenti hanno dovuto varcare la soglia della villa principesca dove hanno trovato un forno a microonde, un televisore al plasma e un cellulare.
Non so perché ma ho una voglia quasi irrefrenabile di andarmi a rileggere il libro “ Cuore “ di Edmondo de Amicis.