martedì 23 aprile 2013

A Roma parte la Repubblica presidenziale e in FVG trionfa l’astensione

Ci sono vari modi per incominciare a fare la rivoluzione ed il primo è quello di non andare a votare e sono contento che i friulani abbiano capito appieno il significato del loro gesto.
Ho sempre pensato in tempi passati che il non andare a votare poteva essere un errore fondamentale perché in qualche modo si finiva con lasciare il campo libero a quei partiti nei quali non riponevo la mia fiducia, ma oggi dopo quello che è successo in occasione della elezione del nuovo Presidente della Repubblica con la dovuta obbiettività posso dire in tutta tranquillità di non riporre alcuna fiducia in nessuno dei partiti che attualmente sono rappresentati in Parlamento.
Lo spettacolo che hanno messo in scena i parlamentari nel teatrino dell’elezione del Presidente della Repubblica è stato indegno ed irrispettoso nei confronti dei cittadini che hanno affidato ad ognuno di loro il mandato a rappresentarli.
E così ieri in Italia è nata senza che sia prevista dalla Costituzione la Repubblica Presidenziale, perché il discorso di re-insediamento di Napolitano è stato un vero e proprio proclama di natura politica e non un accorato invito super partes alle forze politiche.
Ci ritroviamo dunque un Presidente che dopo averci propinato un Governo Monti grazie alla completa inettitudine della classe politica della precedente legislatura da oggi in avanti deciderà in solitaria, ma di concerto con i partiti che forniranno i loro uomini per la causa, la formazione del nuovo Governo che non sarà null’altro che una tregua a tempo per le varie belligeranze comuni a questo o quel partito; e così ci tocca sentire del veto della Bindi sul nome di Letta, di quello della Lega sul nome di Amato, di quello dei Renziani su D’Alema, il tutto in una sorta di giostra infinita che dopo essersi fermata per un attimo per far cogliere a Napolitano la  “ coda di volpe “ riprende il suo triste e monotono girotondo.
E mentre a Roma andava in scena l’investitura del Presidente a vita, in Friuli Venezia Giulia gli elettori disertavano le urne, consegnando alla storia dei dati catastrofici con un affluenza scesa nel giro di due mesi dal 77,19 di febbraio al 50,48 di ieri.
Ma non è solo l’astensionismo a far capire quale messaggio hanno voluto lanciare all’Italia i friulani, basta infatti andare a vedere i voti che hanno raccolto i tre principali partiti rappresentati in Parlamento : il Pd ha perso in due mesi 72.000 voti, il Pdl 58.000 e il M5S 142.000 voti passando dai 196.218 raccolti alle elezioni alla Camera a poco più di 54.000 di ieri.
In Friuli V.G. su poco più di 1 milione di aventi diritto al voto oltre 550.000 persone non sono andate a votare.
Che sia l’inizio della fine ?

Doubleg

Credits : vignetta di Marilena Nardi

1 commento:

  1. Anonimo23/4/13

    è da tanto tempo oramai che siamo stanchi di questo stato delle cose ma da come si comporta la nostra classe politica sembra non fregare niente s nessuno! Sfiducia totale nelle istituzioni... (agostino-Monza)

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