venerdì 6 dicembre 2013

Buongiorno, signora maestra!

Capita che a seguito della chiusura dei settori Nord e Sud dello Juventus Stadium, decisa dal giudice sportivo a causa di cori razzisti, la Juventus avanzi la proposta accettata dalla FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio), di ospitarvi i bambini.
Capita che nasca così l’iniziativa GIOCA CON ME...TIFA CON ME, legata ai due progetti “Premio Un Calcio al Razzismo” e “Gioca con me”, realizzati da Juventus Football Club, Centro UNESCO di Torino e Juventus Soccer School.
Capita che l’iniziativa “Gioca con me…tifa con me” significhi l’apertura dello stadio a 6.400 bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie e delle scuole calcio in occasione della partita Juventus-Udinese di domenica 1 dicembre; iniziativa che si svolge con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO.
Capita che durante la partita Juventus – Udinese  a cui stanno assistendo i bambini “ premiati” e convocati per assistere ad una giornata di sport, nello specifico di quello sport che pure loro praticano, un intero settore di questi bambini non trovi di meglio che insultare con una parolaccia il portiere avversario per l’intera partita ogni qualvolta si appresti ad effettuare il rinvio dalla sua porta.
Capita che nessuno degli accompagnatori dei bambini abbia sentito il bisogno di intervenire per porre fine a uno spettacolo degno del peggior tifoso adulto.
Capita che in una Italia, dove l’educazione sta diventando ogni giorno che passa sempre di più un optional, dei bambini riescano ad imparare e mettere in pratica alla prima occasione che gli si presenta il lato peggiore dell’essere tifoso senza che nessuno mai li abbia istruiti in tal senso, quasi come a dimostrare che l’intolleranza possa essere un fattore naturale insito dentro ognuno di loro.
Capita che a questi bambini che partecipano a progetti realizzati dalla società sportiva di riferimento e dal Centro Unesco di Torino nessuno, a quanto sembra, abbia mai letto e spiegato quanto riportato sul sito www.unesco.org : “La pratica dello sport è uno strumento riconosciuto per la promozione della pace, in quanto ignora le frontiere geografiche e classi sociali...Lo sport è un potente strumento per rafforzare i legami e le reti sociali, e per promuovere gli ideali di pace, fraternità, solidarietà, non violenza, tolleranza e giustizia".
Capita che chi scrive sia fermo ad un’idea di calcio che era quella dei Rivera e dei Mazzola, giocatori che furono per la loro squadra autentiche bandiere e che riuscirono a trasmettere ai ragazzini che li tifavano l’amore per i colori di una maglia, amore che veniva prima di ogni altra cosa e che presupponeva il rispetto sempre e comunque dell’altro, anche quando l’altro si chiamava “ avversario”.
Capita che sempre chi scrive abbia festeggiato la propria Comunione ricevendo in regalo la maglietta della squadra del cuore e portandola a scuola per farla vedere ai compagni di classe, prima di entrare in classe si rivolgesse alla propria maestra dicendole : “ Buongiorno, signora Maestra … posso far vedere ai mie compagni la maglietta ricevuta in regalo? “.
Ecco, senza andare a scomodare psicologi od educatori penso che la spiegazione di quanto accaduto domenica sugli spalti del Juventus Stadium stia tutta in quel “ Buongiorno, signora Maestra “ di lontana memoria, oggi sostituito in buona parte delle scuole elementari da un confidenziale “ Ciao Maria o Francesca  o Luisa che sia “.

Doubleg


1 commento:

  1. Anonimo6/12/13

    Giuseppe il problema nn sta nel " ciao Maria, Francesca o altro" sta nel fatto che nn viene insegnato il rispetto in quel "ciao Maria"......Rispetto per il ruolo di educatrice che ha una maestra anche perchè i genitori sono i primi a considerare un niente l'insegnante di turno in special modo alle elementari e alle medie......i bambini sono lo specchio dei genitori.
    Anche io ho sempre salutato la mia maestra con "buongiorno maestra" nonostante avessi un 7 in condotto per fortuna ero un genio e avevo il 10 in tutte le altre materie altrimenti sarei ancora in prima elememtare......." essere vivaci e incontenibile" nn è una scusa per lasciare i bambini allo stato brado...lo ero anche io VIVACE, MA IL RISPETTO PER LE COSE NN MIE E LE PERSONE ME LO HANNO INSEGNATO AI BANBINI DI OGGI NN SI INSEGNA LORO UN BEL FICO SECCO purtroppo.
    Altea

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