domenica 6 novembre 2011

GENOVA ... un disastro annunciato

Sono passati 41 anni dall’alluvione del 1970 e Genova si è ritrovata a dover fare i conti con un disastro più volte annunciato, sei le vittime che hanno pagato con la vita l’incapacità di ragionare in termini pratici da parte di chi gestisce le istituzioni pubbliche.
E così a disastro avvenuto dobbiamo assistere ancora una volta al triste e disgustoso scarica barile dei politici che si preoccupano unicamente di addossare ad altri le loro colpe o peggio negligenze, il sindaco Vincenzi avrebbe fatto meglio a rimanere nel suo palazzo anziché girare scortata per una città stravolta dall’acqua e tacere.
Dopo questa ennesima sciagura, preceduta da altre di minore entità nel 1992 e nel 1997, viene spontaneo porsi una domanda, ma in questi 40 anni che cosa è stato fatto dalla classe politica genovese e ligure per evitare che un evento atmosferico sia pure anomalo e straordinario porti ancora oggi nell’era della tecnologia più avanzata alla morte ! la risposta è semplicissima non si è fatto nulla, possibile che in un lasso di tempo in cui si è passati dal seguire il disastro del 1970 alla radio o da una scatola mastodontica che trasmetteva in bianco e nero, al vedere in tempo reale su internet i drammatici filmati amatoriali nessuno dicono nessuno abbia avuto uno straccio di idea, sia o non sia lo scolmatore, per far sì che non si muoia più per l’acqua.
Genova è da sempre amministrata dalla sinistra, e la paladina della sinistra l’attuale sindaco Vincenzi è addirittura un ambientalista ed allora viene spontaneo porle una domanda, cosa ha fatto lei come sindaco e prima ancora come presidente della provincia di Genova per impedire una cementificazione selvaggia in tutti questi lunghi anni di impegno politico al servizio dei cittadini.
Sarà pur vero che Berlusconi ed il suo governo hanno messo in piedi due condoni edilizi ( per cui il nostro premier avrebbe fatto meglio ancora una volta a tacere anziché parlare di cementificazione selvaggia ), ma i condoni servono per sanare irregolarità preesistenti, e nello specifico chi ha permesso se non chi l’ha amministrata di far diventare Genova un ammasso di cemento in questi 40 anni.
La sinistra ha fatto del “ chi sbaglia paga “ la sua bandiera, contestando ai politici di destra di non dimettersi mai, ed allora anche il sindaco Vincenzi non può sottrarsi a questa regola se da donna di sinistra vuole essere “ eticamente diversa “, a maggior ragione se a chiederglielo sono i cittadini genovesi.


Doubleg

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