Di sicuro il discorso che
Pinocchietto Renzi ha tenuto ieri al Senato della Repubblica passerà alla
storia come uno dei più brutti ed inconcludenti tra quelli pronunciati da un
neo Premier nell’emiciclo di Palazzo Madama.
Un discorso in cui Flipper ha snocciolato a braccio per 71
minuti una serie di titoli senza una trama, andando a disegnare una sorta di
sogno avventuroso che è sembrato più un comizio elettorale che non un discorso
programmatico di colui che si è fatto Premier.
Ma la lettura politica della
prova del nove a cui il nuovo Premier ed il suo Governo è stato chiamato è che
Flipper ha dovuto cedere su tutto e di più nella formazione del suo
esecutivo per riuscire ad ottenere quei
169 voti a favore che gli consentono giusto di sopravvivere.
Una fiducia che colloca il
Governo Flipper nelle stesse se non peggiori condizioni di tenuta di quello di
Enrico Letta, fatto questo che fa capire che nulla è cambiato rispetto
all’esecutivo che lo ha preceduto.
Ma la vera caratteristica del
Governo Flipper è che il suo primattore Pinocchietto che a parole sembra voler
rivoluzionare non solo l’Italia ma il mondo intero ha dovuto calarsi le braghe
su tutto e di più per ottenere una fiducia risicata che quasi certamente non
gli consentirà di governare a lungo.
E le prime incongruenze del suo
Governo sono state snocciolate in aula dai senatori del M5s che con la loro
ferma opposizione saranno la vera ed unica spina nel fianco di questo Governo
nato con il bilancino del peggior manuale Cencelli e della lunga mano dei
poteri forti.
Del resto nei palazzi della
politica chi di dovere ci ha messo relativamente poco a far capire a
Pinocchietto come si costruisce un Governo che voglia andare in aula ed ottenere
una seppur risicata fiducia; e così
Flipper ha dovuto chinare il capo o se si preferisce calare le braghe ed
accettare di buon grado nel suo esecutivo: due uomini di D’Alema nei ministeri
chiave di Economia e Lavoro ( Pier Carlo Padoan già direttore della Fondazione
di “ baffino” e Gianluca Poletti presidente delle Coop rosse ); Gianluca
Galletti come ministro dell’Ambiente, fraterno amico nonché commercialista di Casini leader dell’UDC,
che in Senato conta due soli senatori; Federica Guidi come ministro della
sviluppo economico che solo casualmente alcuni giorni prima della nomina era a
pranzo con il Cavaliere che già due anni fa l’avrebbe voluta come sua
vice-premier; Maria Carmela Lanzetta come ministro per gli affari regionali per
convincere il buon Civati a votargli la fiducia.
E di certo il buon Flipper avrà
ancora di che chinare il capo prima di potersi occupare delle sue carte e dei
suoi sogni, lo aspetta infatti la distribuzione dei posti da sottosegretario
dove dovrà trattare con quanti gli presenteranno da subito il conto per quei
voti pesanti che gli hanno garantito la fiducia, ed il primo pensiero in tal
senso va ai Popolari per l’Italia del defenestrato ex ministro Mauro che forti
dei loro 10 o giù di lì senatori gli chiederanno una giusta ricompensa ed il
rottamare null’altro potrà fare che calare le braghe per non diventare il primo
rottamatore ad essere rottamato nel breve spazio di un sogno.
Doubleg