martedì 25 febbraio 2014

GOVERNO RENZI … al Senato un comizio elettorale per sopravvivere!

Di sicuro il discorso che Pinocchietto Renzi ha tenuto ieri al Senato della Repubblica passerà alla storia come uno dei più brutti ed inconcludenti tra quelli pronunciati da un neo Premier nell’emiciclo di Palazzo Madama.
Un discorso in cui Flipper ha snocciolato a braccio per 71 minuti una serie di titoli senza una trama, andando a disegnare una sorta di sogno avventuroso che è sembrato più un comizio elettorale che non un discorso programmatico di colui che si è fatto Premier.
Ma la lettura politica della prova del nove a cui il nuovo Premier ed il suo Governo è stato chiamato è che Flipper ha dovuto cedere su tutto e di più nella formazione del suo esecutivo  per riuscire ad ottenere quei 169 voti a favore che gli consentono giusto di sopravvivere.
Una fiducia che colloca il Governo Flipper nelle stesse se non peggiori condizioni di tenuta di quello di Enrico Letta, fatto questo che fa capire che nulla è cambiato rispetto all’esecutivo che lo ha preceduto.
Ma la vera caratteristica del Governo Flipper è che il suo primattore Pinocchietto che a parole sembra voler rivoluzionare non solo l’Italia ma il mondo intero ha dovuto calarsi le braghe su tutto e di più per ottenere una fiducia risicata che quasi certamente non gli consentirà di governare a lungo.
E le prime incongruenze del suo Governo sono state snocciolate in aula dai senatori del M5s che con la loro ferma opposizione saranno la vera ed unica spina nel fianco di questo Governo nato con il bilancino del peggior manuale Cencelli e della lunga mano dei poteri forti.
Del resto nei palazzi della politica chi di dovere ci ha messo relativamente poco a far capire a Pinocchietto come si costruisce un Governo che voglia andare in aula ed ottenere una seppur risicata fiducia;  e così Flipper ha dovuto chinare il capo o se si preferisce calare le braghe ed accettare di buon grado nel suo esecutivo: due uomini di D’Alema nei ministeri chiave di Economia e Lavoro ( Pier Carlo Padoan già direttore della Fondazione di “ baffino” e Gianluca Poletti presidente delle Coop rosse ); Gianluca Galletti come ministro dell’Ambiente, fraterno amico nonché  commercialista di Casini leader dell’UDC, che in Senato conta due soli senatori; Federica Guidi come ministro della sviluppo economico che solo casualmente alcuni giorni prima della nomina era a pranzo con il Cavaliere che già due anni fa l’avrebbe voluta come sua vice-premier; Maria Carmela Lanzetta come ministro per gli affari regionali per convincere il buon Civati a votargli la fiducia.
E di certo il buon Flipper avrà ancora di che chinare il capo prima di potersi occupare delle sue carte e dei suoi sogni, lo aspetta infatti la distribuzione dei posti da sottosegretario dove dovrà trattare con quanti gli presenteranno da subito il conto per quei voti pesanti che gli hanno garantito la fiducia, ed il primo pensiero in tal senso va ai Popolari per l’Italia del defenestrato ex ministro Mauro che forti dei loro 10 o giù di lì senatori gli chiederanno una giusta ricompensa ed il rottamare null’altro potrà fare che calare le braghe per non diventare il primo rottamatore ad essere rottamato nel breve spazio di un sogno.

Doubleg




sabato 22 febbraio 2014

RENZI … la seconda e terza bugia certificata di Pinocchietto

Mentre questa mattina Pinocchietto Renzi salirà al Colle con i suoi ministri per essere incoronato Premier del nuovo Governo che altro non è che un Napolitano ter consegnerà agli italiani la 2° e 3° bugia certificata con cui ha raggirato la buona fede di quanti hanno creduto in lui.
La prima è quella relativa alla dichiarazione che Flipper rilasciò in occasione del suo intervento nella trasmissione Agorà su Rai 3 nel novembre del 2012 quando disse “Se vinciamo le primarie faremo solo 10 ministri: 5 uomini e 5 donne” e “Nel momento in cui fossi candidato premier una parte significativa della squadra sarebbe indicata prima”.
La seconda è relativa alle sue molteplici dichiarazioni in cui ha rasserenato Enrico Letta sul fatto che mai e poi mai lui sarebbe andato a Palazzo Chigi senza passare tramite la legittimazione elettorale.
A certificare a futura memoria queste bugie rimarranno gli spezzoni dei video della sua comparsata ad Agorà e quelli che raccolgono in una sorta di collage le sue premure per la salute politica del suo compagno di partito Letta.
A questo punto forse da lunedì sarebbe opportuno che Flipper proponesse alla direzione del suo partito la sostituzione del simbolo attuale con uno forse più appropriato a quello che è stato il suo modus operandi per arrivare al potere.
Che la sua ascesa sia dettata esclusivamente da una smisurata ambizione personale lo si è capito in maniera lampante ieri pomeriggio quando Pinocchietto ha presentato la lista dei Ministri che non è nulla di rivoluzionario ma una normale e vecchia spartizione di poltrone tra le varie forze politiche che sostengono il Governo con l’aggiunta dell’imprimatur del Presidente della Repubblica.
Non a caso il buon Flipper nelle dichiarazioni rese alla stampa dopo la lettura della composizione del Governo ha puntato il dito sull’età media dei componenti dell’esecutivo e sulla presenza paritaria di donne al suo interno.
Certo è che sarebbe stato veramente interessante avere da Pinocchietto risposta su alcune semplici domande:
perché è stato nominato al Ministero dell’Economia il Prof. Pier Carlo Padoan ( nominato solo una settima fa Presidente dell’Istat) già direttore della Fondazione Italianieuropei presieduta da Massimo D’Alema nonché suo consigliere economico quando baffino ricoprì l’incarico di Presidente del Consiglio;
perché siano stati lasciati 3 Ministeri ad una formazione politica come il NcD di Alfano che conta al Senato su 30 senatori e che in caso di elezioni imminenti non raggiungerebbe la soglia di sbarramento;
perché sia stato riconosciuto all’UDC un ministro quando non più tardi di dieci giorni fa il leader storico Casini ha dichiarato che sarà alleato di Berlusconi alle prossime consultazioni elettorali ( domenica in Sardegna l’UDC ha sostenuto il candidato di Forza Italia ed oggi un suo ministro è al Governo );
quale competenza abbia l’On.le Orlando del Pd per passare come se niente fosse dal Ministero dell’Ambiente a quello della Giustizia se non quella di essere un buon gregario di partito capace di tranquillizzare i Giudici che con lui nulla si farà in tema di Giustizia;
se possa considerarsi un atto fortemente innovativo nominare al Ministero della Difesa la sen. Pinotti che siede in Parlamento da 4 legislature e che seppur eletta da sempre nella circoscrizione della Liguria ( e quindi ben conosciuta ai liguri ) sia stata bocciata dai cittadini genovesi nelle primarie per il Sindaco di Genova nel 2012, non era adatta a fare il Sindaco ma da oggi sarà Ministro della Difesa;
perchè nel suo Governo che lui voleva innovativo per passare dal dire al fare vi siano ben NOVE ministri riciclati da quello di Letta.
Si potrebbe continuare ed altri osservatori più attenti lo faranno sicuramente ma quello che emerge chiaro e lampante da questo Napolitano ter è che al buon Flipper non appena è entrato nelle stanze del potere sono state registrate a puntino le valvole ed una volta passata la revisione gli è stato dato il via libera per presentarsi agli italiani, lui Pinocchietto ci metterà la faccia da primattore e gli altri i soliti governeranno l’Italia.

Doubleg





venerdì 21 febbraio 2014

RENZI … la prima bugia certificata di Pinocchietto


E così ieri Flipper nonché Pinocchietto,nonché Gian Burrasca, nonché segretario del Pd, nonché Presidente incaricato del Consiglio ci ha regalato la sua “ 1° bugia “ certificata.
Qualcuno di voi ricorderà quando Flipper nella campagna elettorale delle primarie apostrofò in maniera perentoria il povero Bersani sul fatto che il Pd avrebbe dovuto farsi carico di promuovere l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e poiché Pinocchietto è l’uomo del fare e non del dire eccoci servito su un bel piatto d’argento il decreto approvato ieri dalla Camera dei deputati con 312 sì, 141 no e 5 astenuti.
Hanno votato a favore : Pd, Ncd, Scelta civica e per l’Italia, Forza Italia; contro Lega, Sel e M5s, mentre Fratelli d’Italia si è astenuto.
Sì, avete letto bene oltre alla maggioranza che appoggiava il Governo Letta e che sarà la stessa che appoggerà il “ Governo Flipper “ ha votato a favore anche Forza Italia.
Ma questo sarebbe un particolare del tutto secondario perché si sa che quando si parla di soldi in politica tutti sono pronti a tagliare ma poi di fatto sono in molti quelli che tengono famiglia; il vero problema è semmai un altro: perché l’ormai imminente nuovo Presidente del Consiglio non ha stoppato ( come segretario del Pd ) il decreto farsa che è stato approvato ieri per farlo suo e portarlo nel  primo Consiglio dei Ministri prevedendo la totale abolizione del finanziamento pubblico ai partiti?
La risposta è semplicissima, Flipper e il suo partito come del resto gli altri non hanno nessuna intenzione di abolire nell’immediato il finanziamento ai partiti e a testimoniarlo vi è il testo del decreto approvato ieri e diventato Legge che recita : la riforma prevede una graduale riduzione dei finanziamenti: 25% in meno nel 2014, 50% nel 2015, 75% nel 2016 e stop definitivo nel 2017, mentre il finanziamento privato dovrà avvenire attraverso donazioni fiscalmente agevolate e 2 per mille dei cittadini.
E così non avendo già ciucciato abbastanza i partiti si vogliono garantire una sorta di buonuscita soft per i prossimi tre anni, e poi tre anni sono lunghi a passare, le maggioranze cambiano i Governi pure e tutto può succedere.
Il buon Pinocchietto dopo tutte le bugie presunte o tali che gli sono state attribuite mette in archivio la 1° bugia certificata della sua rapida ascesa al potere, per la seconda visto i compagni di viaggio che si è scelto non dovremo aspettare molto.
Povera Italia!


Doubleg



giovedì 20 febbraio 2014

RMC … quando essere ultimi diventa una certezza!

Confesso che ogni volta che  GF Eurisko rilascia i dati di ascolto delle radio italiane mi accingo a leggerli con la speranza che la radio che seguo da una vita riesca a darsi un sussulto di vitalità ed invece puntualmente mi trovo Radio Monte Carlo all’ultimo posto della classifica degli ascolti superata anche da emittenti a caratura regionale come Radio Subasio e Radio Zeta o giusto per capire da Radio Maria.
Nell’Italia delle incertezze Radio Monte Carlo ha saputo dare ai propri ascoltatori l’unica certezza che non avrebbero mai voluto avere, quella di seguire un’emittente che anno dopo anno non ha saputo risollevarsi dalla palude in cui è finita.
I numeri sono quelli che sono e diventa ormai inutile commentarli perché ciascun ascoltatore dando un rapido sguardo alle tabelle allegate è in grado di capire quale disastro abbiano saputo confezionare gli attuali dirigenti della ex radio di Gran Class, quelli per intenderci che chiusi a doppia mandata nel loro U.C.A.S ( Ufficio complicazioni affari semplici ) ed incuranti dei desiderata degli ascoltatori hanno saputo in dieci anni di attività perdere per strada o meglio per l’etere qualcosa come un milione di ascoltatori considerato che la rivelazione del 2003 assegnava a RMC 2.131.000 ascoltatori nel giorno medio contro gli attuali 1.231.000.
Certo che miglior decade non poteva festeggiare lo station manager dell’emittente monegasca, che in soli dieci anni è riuscito a perdere un milione di ascoltatori.
Quello che veramente è incomprensibile per non dire inspiegabile è per quale recondito motivo chi di dovere non abbia da tempo provveduto a dare il ben servito ad una dirigenza che non ne ha imbroccata una a partire dalle partenze di Dini & Lester e di Mauro Pellegrino e Jackie, per non parlare del modo in cui ha gestito la querelle Platinette che sappiamo tutti come sia andata a finire.
Non vorrei spingermi oltre perché mi lega a RMC un sentimento di affetto che proprio perché nato in età giovanile non potrà mai venir meno e sono veramente dispiaciuto nel vedere la radio che mi ha dato nuovi orizzonti impantanata in una palude da cui potrà uscirne solo ed unicamente se chi di dovere assumerà la consapevolezza di fare quello che ogni Presidente di società di calcio fa quando vengono meno i risultati per la sua squadra, sollevare dall’incarico l’allenatore ed il suo staff prima che facciano altri ed ulteriori danni irreparabili in termini di ascolti.
Buon viaggio!


Doubleg




mercoledì 19 febbraio 2014

Sanremo … ridateci il Festival della canzone

Quello che si è visto ieri sera in diretta dalla città dei fiori per la prima serata del 64° Festival di Sanremo è l’esatta fotografia di un Paese che naviga veramente in una palude di acqua melmosa dove chiunque si sente in qualche modo autorizzato ad usare un evento televisivo per avere non solo visibilità ma anche e soprattutto per trasmettere messaggi non più trasversali ma diretti.
E così capita che il mezzo televisivo venga usato a sproposito da cittadini che si rivolgono alla politica e che quest’ultima di contro lanci i propri messaggi attraverso un leader che monopolizza le telecamere nella mezz’ora che precede la diretta e per mezzo dei conduttori che non risparmiano le loro battute a senso unico.
Sembra quasi impossibile che una trasmissione in eurovisione per la quale il servizio pubblico spende fior di milioni di euro per la sua realizzazione apra la diretta con un sipario che non si apre e con due operai ( disperati da mesi e mesi trascorsi senza ricevere lo stipendio ) che sfuggiti a qualsiasi tipo di controllo  minacciano di buttarsi giù dalla galleria del teatro.
Questa apertura in pieno caos televisivo ha avuto come prologo la comparsata di Beppe Grillo leader del Movimento 5 Stelle nella zona antistante l’entrata del teatro Ariston, dove da uomo di spettacolo navigato si è messo a favore di vento o meglio di telecamera ( in maniera tra l’altro del tutto annunciata ) regalandosi di fatto una buona mezz’ora di diretta televisiva in cui ha snocciolato tutto il suo miglior repertorio come leader dei pentastellati.
Che dal palco del Festival di Sanremo siano stati lanciati in passato messaggi di ogni genere non è una novità e del resto non si può nascondere che il Festival sia parte integrante della storia del nostro Paese, ma con il passare degli anni i messaggi subliminali hanno sempre più lasciato il posto a messaggi diretti e ben precisi, soprattutto di natura politica.
Certo viene da sorridere al messaggio lanciato nel 1952 agli albori del Festival da Nilla Pizzi che con la sua “ Vola colomba “ cantata con la mano sul cuore auspicò di fatto il ritorno di Trieste all’Italia.
E che dire del messaggio lanciato nel 1958 da Domenico Modugno quando le sue mani, non più sul cuore, si alzarono al cielo nel cantare “ Volare”  quasi a testimoniare un gesto di liberazione ed un segno di speranza per quel boom economico che avrebbe di fatto accompagnato l’Italia di quegli anni.
Ma il vero problema della kermesse sanremese è quello di aver perso con il passare degli anni la sua vera identità, non ci troviamo più di fronte al Festival della canzone italiana ma ad uno spettacolo “contenitore” in cui all’interno vi sono anche le canzoni che hanno però di fatto perso quella orecchiabilità tipica delle canzoni sanremesi, trasformando il Festival in una sorta di Premio Tenco allargato.
In più a fare da cornice a canzoni di pessima qualità, tipo quelle cantate dai Perturbazione ( più adatte al Festival dello sconosciuto di Ariccia ) vi è lo stillicidio continuo delle battute della Littizzetto che apre bocca ( usando una terminologia farcita di culi,tette ed altri vocaboli che denotano un certo logoramento della sua vena creativa ) anche solo per il semplice fatto che Fazio giri il foglio della scaletta che ha davanti.
Sicuramente gli ascolti che verranno forniti saranno confortanti per RAI 1 e non potrebbe essere diversamente visto che tutte le altre reti televisive sono in vacanza fino a domenica ma resta il fatto che se veramente si vuole ritornare a rendere fruibile il Festival la strada è solo una, farlo ritornare ad essere il Festival della canzone!

Doubleg


lunedì 17 febbraio 2014

Renzi … state sereni l’ho fatto per voi!


Con leggero anticipo sulla tabella di marcia prevista Pinocchietto Renzi si è presentato al Quirinale per ricevere l’incarico dal Presidente Napolitano che per la terza volta consecutiva dopo Monti e Letta affiderà la formazione di un nuovo Governo ad una persona che non ha ricevuto alcuna legittimazione elettorale.
Il buon Matteo formerà un Governo con dei partitini che se oggi si presentassero alle elezioni non riuscirebbero a superare la soglia di sbarramento e quindi non entrerebbero in Parlamento, stiamo parlando di Scelta Civica, Popolari per l’Italia e Nuovo Centro Destra.
Che dire se non che da oggi avremo un Premier che si prende il potere dopo aver riempito per tre mesi gli italiani di bugie, ma del resto ormai gli italiani hanno realizzato che i politici lo fanno per mestiere di mentire e più i politici mentono e meno i cittadini vanno a votare, come è successo ieri in Sardegna dove la metà degli elettori non è andata a votare!


Le “ perle “ Di Matteo :

“Se vinco mai più larghe intese”
“Con me segretario del Pd Letta sarà più forte”
"Sosterremo Enrico Letta"
"Il governo? Fiducia a Letta"
"Letta può arrivare fino al 2018, ma facciamo subito legge elettorale"
“Enrico stai sereno, nessuno vuole il tuo posto"
“ No accordicchi, io punto agli elettori”
“ Governare senza voto? Chi ce lo fa fare!”
“Solo un pazzo al mio posto andrebbe al Governo senza esser passato prima dal voto”

“ C’è bisogno di serietà in politica, occorre imparare a mantenere la parola data. Io non sarò mai Presidente del Consiglio senza essere eletto dai cittadini”.

venerdì 14 febbraio 2014

Renzi si fa Premier e rottama la rottamazione!


Ieri pomeriggio nella direzione del Pd  in poco meno di dieci minuti Pinocchietto Matteo ha dato il ben servito ad Enrico Letta e nel farlo ha confermato di essere un bugiardo patentato rimangiandosi tutto ciò che aveva promesso ai suoi elettori nella campagna elettorale per le primarie del partito democratico.
In soli due mesi l’ambizioso astro nascente del Pd ha cambiato idea sul Governo, sulla corsa alle poltrone, sulla legittimazione del voto degli elettori per poter governare il Paese ma soprattutto ha perso cammin facendo la sua grande voglia di rottamare quella classe dirigente che in tutti questi anni ha saputo portare l’Italia sull’orlo del baratro.
Il buon Matteo che in questi mesi ci ha intontito con i suoi proclami per una politica nuova e capace di dare risposte concrete ai cittadini non ha trovato di meglio che prendersi il potere con una manovra di palazzo che prima di lui avevano messo in atto personaggi politici del calibro di Dini, Amato, D’Alema e Monti che nell’immaginario collettivo hanno rappresentato un modo di gestire il potere senza alcuna legittimazione di natura elettorale.
Ma l’aspetto più grave dell’intera vicenda politica è che il nuovo aspirante Premier si siederà intorno ad un tavolo per dar vita al suo Governo proprio con buona parte di quei politici che fino a due mesi fa voleva rottamare.
E come se non bastasse nessuno dei suoi nuovi compagni di merende ( che sono poi i ministri di Scelta Civica e del Nuovo Centro Destra ) nelle dichiarazioni rese dopo il licenziamento di Letta si è posto il problema di far parte di un Governo che di fatto è stato mandato a casa, ma ognuno di loro da par suo si è subito preoccupato di rivendicare il diritto di poter incidere pesantemente sul programma del nuovo Governo ( che in termini pratici si traduce in quante poltrone occupare), altrimenti meglio andare subito a votare!
E così per l’ennesima volta gli italiani si devono sciroppare quel teatrino della politica che altro non è che una rappresentazione tragicomica in cui tutti si dicono disposti ad andare al voto ma al contrario di fatto nessuno vuole andarci per non rischiare di essere spazzato via.
So di andare controcorrente ma non nutro alcuna simpatia per Renzi, non mi era simpatico quando girava l’Italia a colpi di slogan “ Matteo Renzi. Adesso! “ per farsi votare alle primarie e meno che meno da ieri avendo la consapevolezza che sulla poltrona di Premier andrà a sedersi un bugiardo dichiarato.
Molti esponenti del Pd nel commentare l’ascesa al potere di Renzi ne hanno parlato come di una scelta obbligata, mentre al contrario si è trattato di una scelta politica e di convenienza per evitare di chiamare gli italiani alle urne in autunno.

Doubleg

  
Mark Twain “Se votare servisse a qualcosa, non ce lo lascerebbero fare”

giovedì 13 febbraio 2014

Enrico Letta … un uomo solo al comando

Ascoltando ieri pomeriggio la conferenza stampa del Presidente del Consiglio Letta mi è venuta alla mente  una delle frasi che hanno fatto epoca nel mondo del giornalismo radiofonico, quella pronunciata dal giornalista Mario Ferretti quando aprì la radiocronaca della terzultima tappa del giro d’Italia del 1949, la Cuneo-Pinerolo, dicendo : “Un uomo solo è al comando; la sua maglia è bianco-celeste; il suo nome è Fausto Coppi".
In effetti credo che mai come ieri il Presidente Letta abbia avuto la consapevolezza di essere non solo un uomo solo ma anche e soprattutto un ingenuo per essersi fidato di quel pinocchietto di Renzi e si sa che per chi fa politica essere ingenui non è un pregio ma semmai un’aggravante.
Del resto cosa ci si poteva aspettare da  “ Gian Burrasca”  Renzi che dai giorni della sua campagna elettorale per le primarie del PD fino alla sua incoronazione non ha fatto altro che ripetere la tiritera che il suo obiettivo sarebbe stato quello di continuare a fare il Sindaco della sua città ed il segretario del suo partito e “ che per andare a Palazzo Chigi è necessario per chiunque avere la legittimazione elettorale “.
Sono passati poco più di due mesi da quelle fatidiche primarie in cui il 70% di tre milioni di italiani ha legittimato le giuste aspirazioni del Matteo nazionale ed il nuovo Pd, quello dei rampanti renziani nato sulle ceneri di quello bersaniano consegna non solo ai tre milioni di italiani che hanno partecipato alle primarie ma anche agli altri 44 milioni di elettori la fotografia di un partito in cui due quarantenni, che dovrebbero rappresentare non solo il nuovo volto della politica ma anche il nuovo modo di fare politica,  si scannano davanti a tutti e in malo modo per guidare il Governo.
Da questa vicenda poco gratificante per entrambi i competitor chi ne esce veramente male è il Pd che ancora una volta colleziona non solo una brutta figura ma rende palese la totale incapacità  politica di gestire per l’ennesima volta lo scontro interno tra i suoi dirigenti che sembrano essere impegnati in una sorta di Congresso permanente più che ad occuparsi dei problemi reali degli italiani.
Quella di ieri oltre ad essere  la giornata “ dei pesci in faccia “ tra Letta e Renzi sarà ricordata come quella in cui il Pd per l’ennesima volta ha  regalato un incredibile assist elettorale a Grillo e Berlusconi che non possono che gioire nell’apprendere che nel Pd nulla è cambiato.


Doubleg

martedì 11 febbraio 2014

Napolitano sarà solo fumo ma puzza di bruciato!

Il senatore a vita Mario Monti meglio conosciuto come “vanesio” ha intonato al Presidentissimo Napolitano un de profundis di quelli che nemmeno il peggior nemico avrebbe saputo confezionare.
Che Monti avesse l’ambizione di prendere il posto di Berlusconi alla guida del Governo era noto a tutti, e che dietro questa sua bramosia vi fosse a tessere la tela il Presidentissimo era in allora niente più che una voce di corridoio che in queste ore a distanza di due anni è diventata certezza non fosse altro per la smania del buon Monti che trasformò un’anticipazione di Napolitano in un vero e proprio segreto di Pulcinella trovando il modo di compiacersi del suo futuro incarico niente meno che con De Benedetti e Prodi ( entrambi hanno confermato gli incontri avuti con Monti quando Berlusconi era ancora capo del Governo e ben lontano da quel mese di novembre in cui fu costretto a passar la mano ).
Il Presidentissimo tirato in ballo dal suo fido scudiero ( di allora ) ha prontamente replicato che si tratta “ solo di fumo “ mentre al contrario, ai più pare che non si tratti solo di fumo ma anche di arrosto e visto che siamo in tema culinario perché non raccontare da quanti anni il politico Napolitano si dedica a rosolare gli arrosti degli italiani.
Giorgio Napolitano è entrato nel Parlamento italiano per la prima volta nel 1953 per rimanervi ininterrottamente fino al 1996, poi dal 1999 al 2004 è stato eletto europarlamentare.
Dal 1992 al 1994 è stato Presidente della Camera dei Deputati, dal 1996 al 1998 Ministro dell’Interno, mentre nel 2005 è stato nominato senatore a vita.
Dal maggio del 2006 è stato eletto Presidente della Repubblica, carica in cui è stato riconfermato nell’aprile del 2013.
Ridendo e scherzando il buon Napolitano si occupa di noi italiani senza discontinuità da 61 anni, giorno più giorno meno, ma in queste ore ha ricevuto uno scacco matto in tre mosse certificato dalle dichiarazioni di Monti, Prodi e De Benedetti.
Capisco che un politico possa decidere stoicamente di dedicare tutta la sua esistenza al servizio di un popolo per contribuire a far progredire la propria nazione, andando ad incidere con le sue iniziative ed il suo operato in modo da creare condizioni di vita sempre migliori per le nuove e vecchie generazioni ed a questo proposito per chi ne avesse voglia consiglio di consultare il Conto consuntivo delle Spese interne della Camera dei Deputati per l’anno 1992, anno in cui l’On.le Napolitano ne era Presidente ( Bilancio XI– fonte sito Camera dei Deputati ).
Se invece vi accontentate di una piccola anticipazione, vi basti sapere che in quell’anno sotto la sua presidenza si sono spesi in Lire :
8.626.000.000 spese postali, telegrafiche e telefoniche
3.654.000.000 indennità di carica Presidente e d’ufficio dei membri Presidenza
1.740.000.000 abb. pubblicazioni, giornali e pubblicazioni disposte dalla Presidenza
241.000.000 rilegatura libri per biblioteca
2.796.000.000 carta e cancelleria
1.000.000.000 presidi farmaceutici e prodotti sanitari
5.774.000.000 provviste servizi ristoro e servizi rist. non amministrati direttamente
5.650.000.000 per contratti di manutenzione
9.000.000.000 per servizi di pulizia,disinfestazione e lavanderia

Povera Italia!


Doubleg