Se qualcuno pensa che quanto è successo ieri nell’aula di
Palazzo Madama abbia consegnato Berlusconi al dimenticatoio della politica si
sbaglia di grosso e ancora una volta la sinistra ha dimostrato di non avere la
necessaria lucidità per saper trarre il massimo vantaggio politico da un evento
epocale che potrebbe al contrario alla lunga trasformarsi in uno spiacevole
boomerang.
Sì, perché la bramosia con cui
il PD ha voluto chiudere a tutti i costi la vicenda della decadenza di
Berlusconi consegnerà alla storia l’uomo di Arcore come una vittima, ma
soprattutto gli permetterà di trarre nuovo slancio per poter preparare in
assoluta libertà la prossima campagna elettorale che lo vedrà nuovamente
protagonista.
Non sarà certamente un seggio da
senatore, per un uomo che gode di ingenti patrimoni e di una visibilità
mediatica straordinaria, a frenarne l’impegno politico ma anzi la decadenza gli
permetterà di fare quadrato con i suoi fedelissimi ma soprattutto con i suoi milioni
e milioni di elettori.
Non ho particolare simpatia per
Berlusconi, non l’ho votato come non ho votato nessun altro candidato premier
alle ultime elezioni, perché nessuno dei loro programmi aveva suscitato il mio
interesse, e oggi sono pienamente soddisfatto di quella scelta.
Che su Berlusconi ci sia stato
in tutti questi anni una sorta di
accanimento giudiziario è un fatto chiaro non solo ai suoi elettori ma anche
alla stessa classe dirigente della sinistra e che poi lui ci abbia messo del
suo ( vedi il caso Ruby ) per aiutare quei magistrati che lo hanno indagato è
cosa altrettanto pacifica.
Quello che non torna, o meglio
che è inaccettabile in questa vicenda è il metodo con cui si è realizzata; è
quel volerlo far fuori a tutti i costi presto e subito, arrivando perfino a
stravolgere il regolamento del Senato, passando dal voto segreto a quello
palese che fa capire che dietro questa decadenza c’è una precisa regia.
Sarebbe bastato infatti
attendere un mese o poco più per vedere Berlusconi decaduto in automatico nel momento in cui scattando
l’interdizione dai pubblici uffici il Senato ne avrebbe dovuto prendere
semplicemente atto e quindi di fatto dichiararlo decaduto.
Che vi sia una precisa regia
dietro questa epurazione lo dimostra il fatto che ieri in aula erano presenti
per il voto tutti e quattro i senatori a vita (Elena Cattaneo, Carlo Rubbia,
Carlo Piano e Renzo Piano – quest’ultimo mai visto prima in aula - ) nominati
recentemente dal Presidente Napolitano che sembra oggi più che mai aver trasformato
il suo settennato bis in una Monarchia Presidenziale; la presenza dei senatori
a vita ( che dovrebbero essere persone super partes ) è apparsa più che altro
un reverente omaggio a Napolitano, visto che sarebbe stata buona norma per loro
astenersi su una votazione che riguardava un senatore che conti alla mano ha
governato l’Italia più a lungo di De Gasperi.
Che dire poi di un Governo che
si regge sull’appoggio di una trentina di senatori che hanno girato le spalle a
Berlusconi non per dare un futuro certo
e sereno agli italiani, ma solo ed unicamente per un gioco di poltrone.
Ma quello che è veramente
paradossale in questa vicenda è che si vota in velocità la decadenza da
senatore della Repubblica di un pregiudicato ( come certi estremisti lo hanno
bollato ) che per assurdo è uno dei più grandi contribuenti dello Stato
italiano, in termini di tasse versate, mentre sui giornali non passa giorno che
si dia conto della rimborsopoli che vede implicati centinaia di consiglieri
regionali ( di ogni schieramento politico ) da nord a sud che anno dopo anno
sembrerebbe abbiano sperperato centinaia di milioni di euro di soldi pubblici
per acquistare indebitamente di tutto e di più!
Sarà solo un’impressione ma chi ieri ha intonato il de profundis per
il Re “deceduto politicamente” , oggi nella sala delle commemorazioni non
troverà la salma ma un cartello con
scritto : non disperatevi …Torno Subito!
Doubleg