Il quotidiano fondato nel 1924 da Antonio Gramsci e che
solo pochi mesi fa ha festeggiato i suoi primi 90 anni da venerdì 1 agosto non
sarà più in edicola, chiude!
E così la più autorevole voce
democratica, di quel Partito Comunista che
all’ombra di una quercia si è più volte cambiato d’abito con griffe del
calibro di Partito Democratico della
Sinistra e Democratici di Sinistra per
arrivare all’attuale Partito Democratico, oggi chiude sotto il peso dei debiti
e dei decreti ingiuntivi richiesti da un pool di banche che vantano 110 milioni
di euro di crediti.
Confesso di non aver mai acquistato in edicola una copia
di questa colonna portante dell’informazione di sinistra e di non aver quindi
potuto leggere gli editoriali di direttori del calibro di Veltroni e D’Alema
dei quali mi è bastato assistere alle loro performance politiche, sono però
convinto che la notizia di un giornale che chiude non debba essere salutata
come un qualcosa di positivo ma al contrario come un fatto estremamente
negativo in un Paese democratico.
Fare editoria di questi tempi
non è uno spasso per nessuno in termini economici ma a quanto sembra la crisi
che ha generato il ko dell’Unità parte da lontano ed ha le sue radici ai tempi
in cui il referente politico del giornale si chiamava Democratici di Sinistra.
Ma l’aspetto più incredibile
dell’intera vicenda in un momento di crisi totale del nostro Paese, dove
centinaia di piccole e medie imprese chiudono i battenti per un prelievo
fiscale insostenibile e per non riuscire in molti casi ad incassare i crediti
che vantano dalla Pubblica Amministrazione in tempi ragionevoli, è che i debiti
contratti fino al 2001 dall’Unità e confluiti nella voragine del vecchio
Pci/Pds a sua volta ereditata dalla Fondazione Ds saranno onorati dallo Stato (
e quindi da tutti i cittadini ) grazie ad una leggina varata dal Governo Prodi,
la n.224 dell’11 luglio 1998 che di fatto trasferisce la garanzia posta dallo
Stato su debiti dei quotidiani di partito «anche a soggetti diversi dalle editrici
concessionarie».
E così il debito che nel 2001 la
Fondazione Ds guidata dall’ex tesoriere Guido Sposetti ( oggi Senatore del Pd )
si trova sulle spalle viene girato, almeno per la parte riguardante l’editoria,
allo Stato essendo quest’ultimo ( grazie alla leggina del Governo Prodi ) il
garante dei mutui contratti dai giornali di partito.
Sono sicuro che anche per questa
vicenda il Premier Renzi avrà modo di trovare le più immediate soluzioni per
far si che il giornale possa riprendere le pubblicazioni e salvare quindi il
brand “ L’Unità “ che gli è tanto caro, ma credo che se vuole avere ancora uno
straccio di credibilità a fronte delle tante parole dette in questi cinque mesi
da “ protagonista del nulla “ dovrebbe evitare di mettere in conto agli italiani
110 milioni di euro che per la cronaca fanno un milione trecento
settantacinquemila volte 80 euro!
Doubleg
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