mercoledì 30 luglio 2014

Chiude L’Unità, chi paga?

Il quotidiano fondato nel 1924 da Antonio Gramsci e che solo pochi mesi fa ha festeggiato i suoi primi 90 anni da venerdì 1 agosto non sarà più in edicola, chiude!
E così la più autorevole voce democratica, di quel Partito Comunista che  all’ombra di una quercia si è più volte cambiato d’abito con griffe del calibro  di Partito Democratico della Sinistra  e Democratici di Sinistra per arrivare all’attuale Partito Democratico, oggi chiude sotto il peso dei debiti e dei decreti ingiuntivi richiesti da un pool di banche che vantano 110 milioni di euro di crediti.
Confesso di non aver mai acquistato in edicola una copia di questa colonna portante dell’informazione di sinistra e di non aver quindi potuto leggere gli editoriali di direttori del calibro di Veltroni e D’Alema dei quali mi è bastato assistere alle loro performance politiche, sono però convinto che la notizia di un giornale che chiude non debba essere salutata come un qualcosa di positivo ma al contrario come un fatto estremamente negativo in un Paese democratico.
Fare editoria di questi tempi non è uno spasso per nessuno in termini economici ma a quanto sembra la crisi che ha generato il ko dell’Unità parte da lontano ed ha le sue radici ai tempi in cui il referente politico del giornale si chiamava Democratici di Sinistra.
Ma l’aspetto più incredibile dell’intera vicenda in un momento di crisi totale del nostro Paese, dove centinaia di piccole e medie imprese chiudono i battenti per un prelievo fiscale insostenibile e per non riuscire in molti casi ad incassare i crediti che vantano dalla Pubblica Amministrazione in tempi ragionevoli, è che i debiti contratti fino al 2001 dall’Unità e confluiti nella voragine del vecchio Pci/Pds a sua volta ereditata dalla Fondazione Ds saranno onorati dallo Stato ( e quindi da tutti i cittadini ) grazie ad una leggina varata dal Governo Prodi, la n.224 dell’11 luglio 1998 che di fatto trasferisce la garanzia posta dallo Stato su debiti dei quotidiani di partito «anche a soggetti diversi dalle editrici concessionarie».
E così il debito che nel 2001 la Fondazione Ds guidata dall’ex tesoriere Guido Sposetti ( oggi Senatore del Pd ) si trova sulle spalle viene girato, almeno per la parte riguardante l’editoria, allo Stato essendo quest’ultimo ( grazie alla leggina del Governo Prodi ) il garante dei mutui contratti dai giornali di partito.
Sono sicuro che anche per questa vicenda il Premier Renzi avrà modo di trovare le più immediate soluzioni per far si che il giornale possa riprendere le pubblicazioni e salvare quindi il brand “ L’Unità “ che gli è tanto caro, ma credo che se vuole avere ancora uno straccio di credibilità a fronte delle tante parole dette in questi cinque mesi da “ protagonista del nulla “ dovrebbe evitare di mettere in conto agli italiani 110 milioni di euro che per la cronaca fanno un milione trecento settantacinquemila volte 80 euro!


Doubleg

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