Sono uscite le ultime rivelazioni sui dati di ascolto
delle radio italiane relativi al primo semestre 2014 e si tratta di un vero e
proprio muro del pianto con un calo totale di oltre 2.400.000 ascoltatori, cifre
che suonano come un preoccupante campanello d’allarme per il futuro delle
radio.
Molti sono gli interrogativi che
dovrebbero porsi gli addetti ai lavori dei vari network a fronte di una
emorragia di tale entità e non sarebbe male se qualcuno di questi Boss della
comunicazione si recasse in un normale negozio o magazzino di elettrodomestici
per capire che sugli scaffali espositivi a fronte di centinaia o migliaia di
prodotti esposti riuscirà a trovare a mala pena uno o due esemplari di
apparecchi radiofonici ( così veniva chiamata la radio quando in ogni casa se
ne trovava fisicamente una o più ).
Da questa breve visita
potrebbero capire al volo che la radio non la si ascolta più in casa o
perlomeno in maniera decisamente ridotta rispetto al passato; oggi la radio la
si ascolta principalmente in macchina o mentre si è al lavoro, magari
attraverso il computer.
La radio da che mondo è mondo è
quello strumento di comunicazione che raggiunge la sua funzione sociale nel
momento in cui chi la fa è in grado di trasmettere a chi la ascolta non solo
della buona musica o delle notizie interessanti ma soprattutto delle emozioni,
quelle emozioni che fanno si che l’ascoltatore trovi il piacere di ascoltare
questo o quel programma perché ascoltandolo si sente appagato dal poter godere
di un momento di evasione dai mille problemi che gli appesantiscono la
giornata.
Mio nonno mi diceva sempre: “
stai attento perché il progresso porta regresso “, niente di più vero ed allora
mi chiedo a che serve aver super modernizzato le regie degli studi radiofonici
se poi il prodotto che ne esce è piatto e scandito da tempi tecnici che di
fatto lo rendono prevedibile o peggio ancora anonimo!
Credo che vi sia la necessità di
un ritorno al passato, diamo un microfono agli speaker e lasciamoli liberi di
gestire a loro piacimento la trasmissione che dovranno condurre e se poi
sforeranno di un minuto prima di passare la linea alle News cosa potrà mai
succedere? Nulla, anche perché le News il più delle volte vengono ripetute ad
libitum ogni tocco d’ora dalle 6 del mattino alle 18!
Non ho nulla contro registi,
fonici, redattori, station manager e direttori artistici ma credo che nello
specifico di RMC personaggi del calibro di Luisella, Venegoni, Valli, Patrizia
Farchetto, Desi, giusto per citarne alcuni abbiano ben poco da imparare su come
si possa condurre al meglio un programma.
Ho volutamente ritardato ad
introdurre il dato relativo agli ascolti perché ritengo del tutto umiliante
dover registrare per l’ennesima volta che Radio Monte Carlo la radio che ha
fatto la storia della radiofonia italiana sia confinata all’ultimo posto con
poco più di 1 milione e 200 mila ascoltatori al giorno, cifre che qualcuno ha
definito da radio parrocchiale!
Mai come questa volta credo che
Radio Monte Carlo abbia dalla sua l’opportunità di voltare pagina per cercare
di invertire un trend negativo che la vede ormai protagonista da molti anni,
anche perché se nulla farà vi è il rischio che nel giro di un paio di semestri
possa scendere al di sotto di quel
milione di ascoltatori che la confinerà
nell’oblio più cupo.
Del resto che cosa può avere da
perdere un’emittente che da anni si vede superata da Radio Maria e da una
regionale come Radio Subasio? Nulla, al massimo potrà correre il rischio di
perdere altri 30/40 mila ascoltatori a semestre, ma se al contrario il
cambiamento di rotta dovesse funzionare potrebbe recuperare velocemente
consensi.
Cosa fare? Certo non basterà
spostare questo o quello speaker da un programma all’altro nelle varie fasce
orarie perché si tratterebbe di servire una minestra riscaldata che porterebbe
inevitabilmente ad un nuovo e più consistente salasso di ascolti.
Il presente ed il futuro della
comunicazione passa dai social ed allora perché non cominciare a sfruttare al
meglio la propria pagina social che dovrebbe essere un vero e proprio supporto
per i programmi che vanno in onda, dando la possibilità agli speaker di
interagire in tempo reale con gli ascoltatori; attualmente la pagina facebook
di RMC mi ricorda quella di una casa d’aste monotematica dove vengono esposte a
più riprese le vedute in tutte le salse della seppur bellissima Montecarlo (
all’alba, a pranzo, a cena, al tramonto, di notte ecc.) intervallate da quelle
di cani e gatti, tutto il contrario di quella che dovrebbe essere una pagina
dinamica ed accattivante!
Bisogna poi avere il coraggio di
mettere mano al portafoglio ( del resto chi più spende meno spende ) e fare
entrare in organico un paio di voci radiofoniche di peso ed un discreto numero
di giovani a cui affidare le fasce orarie “opache”, evitando così la messa in
onda di programmi registrati e coprendo il sabato pomeriggio che attualmente è
non da radio parrocchiale ( dove almeno recitano il rosario ) ma da radio di
quartiere.
Tagliare programmi che non hanno
più ragione di esistere come l’attuale brutta copia o peggio ciò che è rimasto
di quel Si Salvi Chi Può per cui si scatenò la bufera contro Platinette;avere
il coraggio di posizionare nella loro giusta collocazione due speaker del
calibro di Kay Rush e Nick the Nightfly che al pomeriggio sono due pesci fuor
d’acqua; congedare dopo qualche anno il buon Teocoli non fosse altro per la
regola sacra che il troppo stroppia; concedere a Luisella, la vera anima di
RMC, un programma tutto suo senza vincoli di alcun genere e senza la
supervisione di qualche sbarbatello che avanzi la pretesa di insegnarle come si
fa la radio; lasciare quell’ora quotidiana
di gossip e morbosità che di sicuro non allontanerà ascoltatori non
fosse altro per il fatto che gli italiani dicono di non amare il genere ma poi
fanno fare a programmi Tv come “
Malattie misteriose” o “ Malattie imbarazzanti “ picchi di share vicini al 6%;
ed infine dare il dovuto spazio alle idee che potrebbero avere gli speaker e
mandare in onda programmi che sappiano coinvolgere gli ascoltatori facendoli
intervenire in diretta, perché quando si deve ripartire dalle macerie è buona
regola coinvolgere nella ricrescita i sopravvissuti.
Buon lavoro!
Doubleg