Ci sono momenti che riempiono e scaldano, momenti durante i quali stai facendo una qualsiasi delle infinite cose che si fanno normalmente in una giornata.
Durante queste azioni può capitare il piacere di ascoltare parole semplici, curiose e simpatiche, che ti cullano regalandoti divertimento e sprazzi di personale benessere.
Momenti in cui sei preso in mille cose e ti trovi a sorridere da solo, in uno stato di "stordita" beatitudine.
Questo ad esempio a me capita spesso quando ascolto la radio, in cui nella mia routine vengo avvolto da suoni e voci che sono più di una compagnia.
Chi accende la radio lo fa per "ascoltarla" e non solo per avere un sottofondo, almeno non sempre.
Capita che in una emittente, che in questo caso si chiama Radio Monte Carlo, si produca un incantesimo in cui in una fascia oraria critica ed importante come quella che spazia dalle sette alle nove di mattina, si trovi un programma permeato di una miscela magica, una rara alchimia di voci e personalità.
Io personalmente lo ascoltavo tra il risveglio, la colazione, un breve tragitto in auto ed il negozio.
Mi accompagnava con gioiosa leggerezza come una brigata di allegri amici, in quei momenti iniziali, non certo sacri ma importanti, della mia giornata.
Il programma "Si Salvi Chi Può", condotto in maniera godibile da Erina Martelli, Luisella Berrino e Maurizio Di Maggio, con le incursioni comiche di Didoni e soci, era un esempio di piacevole armonia e divertimento, un unguento miracoloso da somministrarsi per iniziare una nuova giornata.
Dopo una stagione di fortunata formula, venne la pausa estiva.
Durante l'estate però, il mercato non ribolle solo di scambi tra le società calcistiche ma anche di novità dei networks che via etere riempiono la modulazione di frequenza.
La transfuga Platinette, lasciato lo schieramento nemico di Radio Deejay si arruola nella pattuglia di Radio Monte Carlo. Naturalmente l'ingombrante personalità e l'ego del neo arrivato, non possono che pretendere una fascia d'ascolto "importante", in cui vomitare, in maniera quasi bulimica, una mole
impressionate di parole, temi, strali e quant'altro.
Fino ad insultare i malcontenti ascoltatori del "vecchio programma", al quale si è sostituito in termini di orario.
Le emittenti radiofoniche hanno tutto il diritto di fare scelte, cambi e palinsesti. Così come gli ascoltatori di migrare da un fiore radiofonico all'altro come api laboriose.
I simpatizzanti del vecchio programma, possono comunque sempre goderselo (in caso di insonnia) alle 5 del mattino, ma in versione svuotata e snellita. Quando l'alchimia è perfetta se togli o cambi elementi, il risultato non potrà mai più essere lo stesso.
Gli "aficionados" di "Si Salvi Chi Può" si riuniscono in un gruppo su facebook, e da quella enclave rivorrebbero la vecchia formazione allo stesso orario ma, rei di commenti invisi al nuovo ambiguo conduttore, vengono addirittura messi alla gogna sulla pagina ufficiale dell'emittente.
Personalmente penso che anche i propri vecchi, e magari un po’ delusi, affezionati ascoltatori siano comunque una risorsa per un network radiofonico nazionale.
D'altronde la silfide dall'ugola d'oro avrà affascinato i dirigenti dell'emittente, ingolositi dal possibile arrivo di nuovi ascoltatori fedeli all'entrante conduttore, noto viso imbellettato e parruccato della tv.
Mi chiedo, tra il fantasioso e l'illazione, se cotanto sostegno non sia figlio di un contratto d'oro o magari di uno sponsor vicino all'interessato.
Rimango infatti colpito dalla forza con la quale il nuovo personaggio (almeno per questa emittente) è stato imposto e difeso, con una potenza ed un arsenale d'armi impressionante.
Penso ad un grazioso quartiere dove c'era un bel parchetto dove la gente passeggiava, ci andava con i bimbi o con i propri cagnolini. Un piccolo chiosco per le bevande circondato da fiori con qualche tavolino malandato, poco rispettato dal passare delle stagioni.
Una pista per il pattinaggio a rotelle, e non lontano un piccolo laghetto con uccellini sulle rive.
Guardando le facce delle persone nel piccolo parco, le si scorgeva tutte sorridenti, rilassate, divertite.
Ma un giorno, venduto il terreno o mutato il tipo di destinazione, minacciosi si vedono arrivare da lontano ruspe e macchinari, e dove sorgeva quell'oasi di pace, vennero presto innalzati case, negozi, tonnellate di cemento e diverso profitto.
Con una forza inaudita, relegando ad una piccola aiuola l'incanto che c'era prima. Tutto questo nonostante una petizione contraria firmata da più di 700 persone, che a gran voce chiedevano una sola cosa: "ridateci il parchetto!".
Claudio
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RispondiEliminaL'immagine del "Parchetto" è azzeccata. Bravo Claudio!
RispondiEliminaBarbara MARCHAND.
Condivido tutto, anche l'idea del parchetto.E' un'associazione deliziosa, che rende molto bene l'idea.
RispondiEliminaTiziana
Condivido !
RispondiEliminaMarinella
Condivido pienamente! Bravo!
RispondiEliminaalfonso
Condivido all'infinito per cento tutto quanto (ma proprio tutto tutto senza cambiare nemmeno una vocale) espresso in maniera mirabile e deliziona nella sua delicatezza da Claudio... Sottoscrivo!!!
RispondiEliminaRosaria
Essere complicati è facile. E' essere leggeri che è difficile, oggi. Non superficiali, profondamente leggeri. :-)
EliminaKlauz
Pensierino assolutamente delizioso e condivisibile, a dimostrazione che semplicità e leggerezza sono qualità importanti e non necessariamente sinonimi di banalità e superficialità! Grazie!
RispondiEliminaOlga
Grazie Claudio. Mi associo senza angiungere altro.
RispondiEliminaSergio
Grazie a tutti voi!! Klauz (Claudio)
RispondiEliminaGrazie a te!
EliminaLoredana
Un grazie a Claudio per il suo " pensierino " che fotografa quella che è la realtà!
RispondiEliminaSemplice e delicato questo confronto al parchetto dei bambini. Ma purtroppo ci hanno fatto crescere in fretta e ci hanno buttato fuori!!! Rimarrà un bel ricordo, credo proprio che oramai non torneranno più. Grazie per il pensierino.
RispondiEliminaCiao da Rosita da Milano