Se
io fossi Bersani, il candidato premier che passerà alla storia per essere
arrivato primo senza aver vinto, non ci penserei due volte a dare le dimissioni
dalla segreteria del PD e ad accettare di buon grado il suo fallimento politico
che lo ha portato a perdere delle elezioni già vinte.
Quest’uomo
sta diventando un problema per il PD che rischia lasciandolo al suo posto di
veder crescere a dismisura il potere contrattuale di Berlusconi che si vede
servire su di un piatto d’argento la possibilità di diventare ancora una volta
il salvatore della patria, ma con la differenza che questa volta la sua
bramosia di riaffermazione nasce dalla
capacità del Pd di far diventare vincitore chi di fatto è arrivato secondo.
Bersani
a cui i suoi concittadini di Bettola, che quindi dovrebbero conoscerlo bene ,
hanno preferito nel segreto dell’urna Berlusconi appare come una persona in
preda ad una sorta di offuscamento che lo ha portato ieri in conferenza stampa
a suicidarsi in diretta con l’invito rivolto a Grillo.
La
strada di Bersani è segnata, se vuole ridare potere di contrattazione al PD per
la formazione di un governo di larghe intese finalizzato a produrre una nuova
legge elettorale che possa consentire agli italiani di ritornare alle urne per
votare un Parlamento che sia effettivamente l’espressione della volontà dei
cittadini.
Il
suo sacrificio non sarà invano se saprà coinvolgere nel suo passo indietro il
nemico di sempre in una sorta di uscita a braccetto dalla scena politica
attiva.
Se
io fossi Berlusconi accoglierei con slancio l’invito di Bersani dimostrando
così di mettere in pratica quello che ha comunicato agli italiani nel suo
messaggio di ringraziamento, l’avere a cuore prima di tutto il bene del Paese,
ed oggi a bocce ferme l’Italia ha bisogno di un Governo che in tempi brevissimi
vari una nuova legge elettorale che consenta di ritornare a votare al più
presto.
E’
evidente oltre che sotto gli occhi di tutti che il PD e PDL con i loro
esponenti di primaria importanza che continuano il teatrino della politica in
TV, come se niente fosse accaduto, non hanno recepito nella giusta misura il
messaggio che è giunto dalle urne ed allora come si può pensare che questi
partiti possano fare in uno o due anni quello che non hanno fatto in venti
anni? I loro problemi impellenti nell’immediato sono rivolti a chi siederà alla
Presidenza della Camera e del Senato, a chi presiederà il Copasir ecc.ecc.
Berlusconi
facendosi da parte avrà la consacrazione eterna di aver chiuso la sua carriera
politica con un ulteriore atto d’amore verso il suo Paese e rimarrà
nell’immaginario di tutti, amici e nemici, come il più grande comunicatore e
imbonitore degli ultimi venti anni.
Se
io fossi Grillo non cadrei nei canti delle sirene che cominciano ad arrivare da
chi vuol cambiare ma di fatto da anni pratica l’immobilismo! Il M5S in queste
elezioni ha avuto dalla sua un consenso stratosferico da parte dei cittadini e
proprio per questo deve cercare di non vederlo vanificato in tempi brevissimi
facendosi risucchiare in quell’ingranaggio tipico della politica che tira a
campare e che quindi nulla produce.
Grillo
ha compiuto un primo importante passo verso l’obiettivo che il M5S si è posto
come primario, cambiare l’intera classe politica italiana per avere un
Parlamento pulito, equilibrato nei costi e capace di risolvere nell’immediato i
problemi che affliggono questo Paese e di conseguenza tutti gli italiani.
Fermarsi
al primo passo sarebbe un errore imperdonabile, perché vorrebbe dire essere
risucchiati nel vortice del non fare, delle commissioni parlamentari, della
macchina istituzionale che tendenzialmente è immobile per natura e quindi il
M5S anziché circondare chi si è preposto di accerchiare verrebbe tragicamente
inglobato e reso inerme dalla quella macchina burocratico istituzionale che è
oggi lo Stato.
Oggi
incarichi quali la Presidenza della Camera o similari suonerebbero come una
nota stonata per chi vuol cambiare il Paese, del resto basta vedere chi ha
ricoperto nelle ultime tre legislature quella poltrona : Casini, Bertinotti e
Fini per capire quale slancio riformatorio possa dare tale istituzione.
Grillo
dovrebbe dare un aut aut di natura politica concedendo un governo a tempo
giusto per realizzare una nuova legge elettorale dopodiché nel giro di sei mesi
si dovrà tornare a votare per dar finalmente vita ad un Parlamento
rappresentativo e capace di avviare le riforme necessarie.
Se
io fossi Monti a cui gli italiani hanno ricordato che le sue ricette per
l’Italia sono state solo subite ma non condivise, mi sarei presentato con meno
tracotanza nella conferenza stampa in cui ha spiegato a quelli che ritiene
evidentemente degli allocchi di aver preso oltre 3 milioni di voti con un
movimento messo in piedi in poco più di un mese, senza soldi e senza mezzi e
con la segretaria personale pagata dalla Commissione Europea ( cioè dai
cittadini italiani ).
Il
senatore a vita ha dimenticato di far di conto, perché più della metà dei suoi
voti gli sono pervenuti da quel salasso a cui si è sottoposto l’Udc di Casini
che di fatto è diventato un partito dalle dimensioni regionali.
Monti
dopo l’esperimento non riuscito in Italia potrebbe trasferirsi in Germania (
dove Berlusconi e Grillo sono dei clown ) in quanto a settembre sono previste
le elezioni politiche, a ben pensarci partendo domani avrebbe davanti più di
sei mesi di tempo per aspirare al governo della Germania, chissà che parlando
la stessa lingua della Merkel non abbia maggior successo che in Italia.
Se
io fossi la LEGA mi cullerei finché dura il sogno di poter realizzare una macroregione
raccogliendo nel Paese il 4% dei voti, perché alle prossime elezioni lo tsunami
Grillo renderà la LEGA quasi come un entità non percettibile.
Se
io fossi Ingroia partirei domani mattina per il Guatemala con un biglietto di
sola andata.
Se
io fossi Di Pietro aprirei un agenzia immobiliare.
Se
io fossi Casini lascerei il seggio al Senato ottenuto nella Lista Monti al
primo dei non eletti.
Se
io fossi Fini mi candiderei alla carica di Presidente dell’Assemblea del
condominio di boulevard Principesse Charlotte a Monte Carlo.
Se
io fossi sicuro che Bersani e Berlusconi andassero a fare da spalla a Crozza
nella prossima puntata di Ballarò per annunciare il loro ritiro non dalla
politica ma da incarichi operativi allora potrei dire con ragionevole certezza di
essere ottimista
per il futuro del nostro Paese.
Doubleg