Renzi con la candidatura di Sergio Mattarella a Presidente
della Repubblica ha di fatto messo a segno sulla scacchiera politica una sorta
di scacco alla regina e salvo stravolgimenti dell’ultima ora dovuti a
improbabili franchi tiratori alla quarta votazione darà scacco matto a
Berlusconi e a quanti hanno creduto sulla sua affidabilità politica.
Quello che meraviglia è come un
uomo navigato come il Cavaliere sia potuto cadere nel tranello preparatogli da
un politico spregiudicato che nel giro di un anno ha fatto fuori con l’inganno
due personaggi non secondari del PD come Bersani e Letta, per prendersi prima
il partito e poi il Governo.
Berlusconi e il cerchio magico
che lo circonda pagheranno, se verrà eletto Mattarella, un prezzo altissimo per
questa sonora sconfitta che di fatto ridicolizza la classe dirigente di Forza
Italia ma umilia pesantemente quell’elettorato di centro destra che alle ultime
elezioni aveva affidato il proprio mandato elettorale a questi personaggi che anziché
pensare a fare una ferrea opposizione a un governo di sinistra ci sono andati
spesso e volentieri a braccetto permettendo a Renzi di portare a casa la
riforma del Senato e il varo della nuova legge elettorale.
Il buon Renzi che si è trovato a
dover combattere una lotta interna al suo partito con quelle frange minoritarie
che giorno dopo giorno gli stavano creando problemi per un cammino sereno del
suo Governo non ci ha pensato due volte ad anteporre i suoi interessi personali
a quelli degli italiani; la candidatura di Mattarella gli ha di fatto permesso
di ricompattare il PD e poco gli è importato se tale candidatura verrà o meno
condivisa da Forza Italia e dalle altre forze di opposizione.
Peccato che in Italia non vi sia
solo il 40% degli italiani che ha dato il voto al PD nelle ultime elezioni
europee ma vi sia anche la rimanenza e cioè quel 60% di italiani che hanno dato
il loro voto ad altri partiti o che non sono andati per nulla a votare.
La logica, il buon senso e la
bramosia tanto sbandierata da Renzi di voler essere il nuovo che avanza avrebbe
fatto pensare all’elezione di un Presidente della Repubblica che potesse
raccogliere la più ampia condivisione possibile tra tutte le forze politiche
presenti in Parlamento e non l’imposizione di un nome, prendere o lasciare,
deciso dall’assemblea del PD.
Alcuni analisti politici in
queste ore hanno parlato di Renzi come di un novello Andreotti ma credo che la
definizione che più si adatta “ al bullo fiorentino “ come lo ha chiamato in un
intervista a Radio radicale l’On.le Pizzolante del Ncd sia quella di essere una
sorta di reincarnazione di Berlusconi ma con quella cattiveria che il Cavaliere
non ha mai avuto.
Se Mattarella verrà eletto come
auspicato da Renzi con il sistema : “ questo è il nome, se volete votarlo lo
votate, altrimenti ce lo eleggiamo da soli “ la prima domanda da porsi è perché
Mattarella e non Prodi, Veltroni o Bersani.
La risposta è semplicissima e sta
nel Renzismo che prevede tra le altre cose l’istituzione in maniera subdola di
una sorta di “ Premierato “ che porterà Renzi ad essere il protagonista
assoluto della scena politica e confinerà il dodicesimo Presidente della Repubblica a un ruolo poco più che notarile.
Mattarella è senza ombra di
dubbio persona stimabilissima, più volte ministro e attualmente giudice
costituzionalista di nomina parlamentare ma credo che senza andare molto
lontano sia sufficiente chiedere sue notizie ai cittadini di Nizza, Chambéry,
Lugano e Graz per capire quali possano essere le sue credenziali sotto il profilo internazionale.
Chi pensava che l’avvento di
Renzi ( che per dovere di cronaca è giusto ricordare non è stato eletto dagli
italiani ma imposto dal benemerito Napolitano ) portasse una ventata nuova
nella politica italiana ha avuto la possibilità di assistere ancora una volta
nelle ore che precedono la quarta votazione al solito “ teatrino della politica
“ con una raffica di dichiarazioni di politici ( Giovanardi e Formigoni, giusto
per citarne due ) che pur non condividendo il metodo utilizzato da Renzi
voteranno Mattarella per senso di responsabilità ( meglio conosciuto come
“attaccamento alla poltrona” ) o esponenti del Governo quali Alfano e la sua
mini pattuglia di ministri che di fronte al ricatto del Premier “ o votate
Mattarella o vi dimettete “ scelgono con alto senso di responsabilità e per il
bene degli italiani di votare un Presidente imposto anziché uscire da un
Governo che il Premier sta sempre più portando avanti a suo uso e consumo.
Non credo che questa volta i
franchi tiratori potranno stravolgere più di tanto l’esito di una votazione che
appare alla vigilia quasi scontata, anzi forse potrebbero arrivare al contrario
dei franchi soccorritori.
In qualunque modo finirà la
vicenda gli aspetti che maggiormente accompagneranno questa votazione saranno:
la consapevolezza di aver visto all’opera un Premier spregiudicato, capace di
arrivare a ricattare la micro pattuglia di ministri del Ncd per ottenere il
loro voto favorevole e la sensazione che la stragrande maggioranza degli
attuali parlamentari ( compresa la comitiva di fuori usciti penta stellati )
pur sentendosi traditi, offesi, scavalcati e ridotti all’obbedienza non hanno
nessuna voglia che si torni a votare.
Chissà se il nuovo Presidente, dovesse essere Mattarella, avrà voglia di
prendersi la briga da costituzionalista qual è di verificare se l’attuale
Governo gode ancora di una maggioranza credibile agli occhi degli italiani.
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