A pensarci bene il Festival di
Sanremo è il format televisivo più longevo nella storia della tv con le sue 65
edizioni che tra alti e bassi hanno raccontato al mondo intero l’evoluzione
della musica italiana.
C’era come sempre molta attesa
per la novità targata Carlo Conti che arrivava dopo la parentesi un po’ così di
Morandi, dove la direzione artistica non è stata delle migliori, e quella di
Fazio che ha seguito una linea ben precisa voluta dal conduttore.
Il calimero della tv come lo
chiama Panariello ha saputo riportare la kermesse sanremese agli antichi
splendori proponendo una sorta di grande carrozzone capace di imbarcare
protagonisti in grado di accontentare il pubblico di ogni età, partendo dal
revival di Albano e Romina per arrivare a quel Ed Sheeran idolo dei
giovanissimi; uno spettacolo ricco di ospiti che hanno saputo rappresentare al
meglio quella tradizione nazionalpopolare che è un po’ da sempre il segreto del
successo di questo Festival che per una settimana riesce a monopolizzare gli
ascolti tv, vuoi anche per l’assoluta non belligeranza da parte di tutte le
altre reti tv.
Hanno vinto come da copione i tenorini de Il Volo, per la
gioia della Clerici e di Tony Renis, e con loro sono saliti sul podio Nek e
Malika Ayane rispettando di fatto le previsioni della vigilia.
Questa edizione verrà ricordata
per gli ascolti da capogiro, per le vallette non vallette e per la presenza di
Conchita Wurst che parafrasando il titolo di una canzone di Orietta Berti ha
portato sul palco dell’Ariston un nuovo modo di fare spettacolo, quello del fin
che la barba va!
Tra le vallette la splendida
Rocío Muñoz Morales in Armani Priveè ha lasciato al palo Arisa ed Emma Marrone
che a dire il vero non sono proprio mai partite.
La qualità delle canzoni è stata
superiore alla norma a parte l’infelice performance di Biggio e Mandelli che
con la loro “ Vita d’inferno “ sono sembrati la brutta copia di Elio e le
storie tese, presentando una sorta di cover di Cochi e Renato con qualche
aggiunta del miglior Stefano Rosso.
Il premio della critica “ Mia
Martini “ è andato a Malika Ayane ma ha ottenuto un buon numero di voti anche “
Io sono una finestra “ del duo Mauro Coruzzi e Grazia Di Michele, un pezzo con
un testo decisamente bello.
Unica nota dolente i comici che
mai come quest’anno hanno dimostrato di non essere all’altezza della situazione
o meglio di non far ridere, gli unici che si sono salvati o meglio i meno
peggio sono stati: Luca e Paolo nel siparietto con Carlo Conti, Marta e Luca
con il loro “speed date” e la Raffaele nell’imitazione di Ornella Vanoni,
mentre Panariello è sembrato aver perso lo smalto dei giorni migliori.
Di Conti che dire, se non che approdato a Sanremo dopo anni di
aspettativa ha saputo riportare il festival ad essere quello con la F
maiuscola.
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