Il premier Renzi incurante del ruolo delle opposizioni e
del fatto che tre italiani su quattro (il 73%)
vogliono un Senato eletto dai cittadini ( sondaggio del 20
luglio commissionato dal Corriere della Sera alla Ipsos ) ha fatto approvare
dal Senato della Repubblica la Riforma costituzionale che prevede un Senato
delle Istituzioni composto da 100 senatori che non saranno più eletti
direttamente dai cittadini.
Nei giorni scorsi Flipper Renzi aveva
accusato gli attuali senatori di non volere le riforme perché attaccati alle
poltrone, ma nella realtà oggi il Senato ha votato la Riforma della “paura”,
non quella di perdere l’attuale poltrona ma bensì quella di garantirsi con un
voto compiacente una qualche poltrona futura!
Del resto che il Governo e la
maggioranza che lo sostiene, a partire dal Pd, abbiano puntato una pistola alla
testa dei loro senatori durante i lavori parlamentari è un fatto accertato e la
prova del nove è comparsa ogni volta che
in aula si è fatto ricorso al voto segreto che ha visto Governo e
maggioranza sempre regolarmente battuti.
Il Premier Renzi da buon
venditore di fumo ha voluto a tutti i costi questa riforma per poter consegnare
agli italiani dopo il bonus degli 80 euro un vero e proprio pacco dono con la
dedica che questa riforma cambierà l’Italia!
A cosa siano serviti gli 80 euro
lo ha certificato nero su bianco l’Istat che ha parlato di “ Italia in
recessione tecnica “ a fronte di un ulteriore calo del 0,2% del Pil ( il dato
peggiore degli ultimi 14 anni ), mentre Pinocchietto Renzi quando enunciò il
bonus fece previsioni di un +0,8% minimo.
Per la Riforma del Senato
Pinocchietto Renzi l’ha buttata ancora una volta sui soldi evocando il
risparmio di futuri 50 milioni di euro per le casse dello Stato!
Una goccia d’acqua a fronte di
un bilancio del Senato ( bilancio consuntivo 2011) di 546 milioni di euro e di
un bilancio della Camera dei Deputati ( bilancio consuntivo 2011 ) di 1
miliardo e 70 milioni di euro, per un totale tra i due rami del Parlamento di 1
miliardo 626 milioni di euro di spese annue!
I 50 milioni di euro che
Pinocchietto Renzi asserisce di far risparmiare allo Stato avrebbe potuto
tranquillamente risparmiarli facendo gli opportuni tagli alle spese del Senato,
dove si spendono annualmente per alcune tra le innumerevoli voci :
23,5 milioni di euro di rimborsi
per segretari particolari, consulenze per il Consiglio di Presidenza,
cerimoniale, studi e ricerche; 8,5 milioni di euro per Comunicazioni istituzionali
( di cui 4,5 milioni per la stampa degli atti parlamentari ) – per la cronaca
il Parlamento polacco ha da tempo abolito ogni forma di atto cartaceo mediante
la fornitura di un Ipad a ciascun singolo deputato; 2,5 milioni di euro per
l’assicurazione dei senatori; 8 milioni di euro per servizi di trasporto e
spedizione; 5,5 milioni di euro per spese di pulizia e facchinaggio; 13,5
milioni di euro per la diaria ai senatori.
Appare del tutto chiaro che non
sia ammissibile barattare la libertà democratica di ogni singolo cittadino a
cui verrà precluso il diritto di votare i propri rappresentanti con la scusa di
favorire un risparmio marginale per le casse dello Stato, non fosse altro per
il fatto che a tutti i nuovi senatori le spese che sosterranno per l’esercizio
delle loro funzioni verranno rimborsate dagli organi territoriali di competenza
( leggasi Regioni e Comuni) e quindi dallo Stato, oppure c’è qualcuno che
immagina un consigliere regionale pagarsi di tasca propria tutte le spese che
dovrà sostenere per raggiungere Roma e per soggiornarvi durante i lavori
parlamentari.
E’ chiaro che si tratterà di un
Senato di nominati e capace nello specifico di dare un’ampia maggioranza alla
sinistra, ma vediamo con una semplice simulazione come sarebbe composto ad oggi
il nuovo Senato delle Istituzioni che conterà 100 senatori di cui 74
consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 persone illuminate la cui nomina spetterà
al Presidente della Repubblica.
Partendo dai sindaci dei
capoluoghi di regione avremo : 16 senatori del centro-sinistra ( Aquila,
Napoli, Bologna, Trieste, Roma, Genova, Milano, Ancona, Campobasso, Torino,
Bari, Cagliari, Palermo,.Firenze, Trento, Bolzano ), 3 senatori del
centro-destra ( Potenza, Catanzaro, Perugia ), 1 senatore autonomista ( Aosta
), 1 senatore non presente in quanto Venezia è commissariata.
Per quanto riguarda invece i 74
senatori nominati dai consigli regionali ( ogni regione dovrà avere non meno di
2 senatori ) su base proporzionale agli abitanti di ciascuna regione dovrebbero
entrare nel nuovo Senato 44 senatori di centro-sinistra e 30 senatori di
centro-destra.
Avremo così un Senato delle
Istituzioni in cui il centro-sinistra avrà la maggioranza assoluta con 60
senatori mentre il centro-destra potrà contare su 33 senatori, gli autonomisti
1 più i 5 di nomina presidenziale.
Questi senatori tra cui
rivedremo presumibilmente Fassino, Burlando, Orlando, Vendola, Zaia, Maroni,
DeMagistris, Pisapia, Nardella, Chiamparino e Serrachiani saranno chiamati tra
le altre cose a votare il prossimo Presidente della Repubblica e appare del
tutto evidente lo squilibrio che potrà generare una Camera di nominati dalle
segreterie dei partiti.
E così mentre Pinocchietto Renzi
ci dona #ilmiopacco per l’Italia il nostro Paese è in recessione e nessuno di
chi lo governa a partire da chi si vanta di poter fare le riforme perché “
Silvio c’è “ ( come gli ha ricordato in aula il senatore Romani di Forza Italia
) ha uno straccio di voglia di mettere mano alle vere riforme di cui questo
Paese avrebbe bisogno!
Povera Italia!
Doubleg
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